Stefano Mitrione Italian New Media Strategist
Interventi di Maria Rita Parsi, Milena Cordioli, Amedeo Fadini (testi solo in Italiano)
Con oltre 100 Siti Internet realizzati e milioni di visualizzazioni all'attivo Stefano Mitrione vanta ormai un'esperienza consolidata di oltre 10 anni nel Web e 30 nella comunicazione e nel marketing. Ma l'esperienza maturata nella New Media ha origini già nei primi anni del nuovo millennio attraverso la realizzazione di diverse opere di Net Art e l'inserimento come unico artista italiano nella storica galleria d'arte contemporanea newyorchese Limner. Posizionatosi conseguentemente per ben due volte al quinto posto dello statunitense Direct Art Prize Stefano Mitrione perfeziona tecniche artistiche multimediali sempre più ardite. Nel 2013 rilascia un'intervista alla giornalista e scrittrice romana Maria Rita Parsi e nel 2014 a MediaStars. Stefano Mitrione è Docente New Media e Web Design al Dante International College di Vittorio Veneto e all'Università per la formazione continua Ippolito Pinto. In passato ha lavorato come consulente visualizer per importanti aziende venete come il Gruppo Permasteelisa mentre oggi cura le pubbliche relazioni tra la stessa Università Ippolito Pinto con Fabrica (Benetton), e la Biennale di Venezia.
Controverso, globale, basico
Controverso, globale, basico, come letto nel 2007 su Intopic.it - (Rassegna stampa sul panorama informativo Italiano) - fonda nel 1986 il suo primo laboratorio di design all'interno del gruppo-sistema Permasteelisa Spa. Appena venticinquenne firma alcuni progetti di interni per il "Sam Pastor Herculis" di Montecarlo e le prime bozze dell'attuale sede centrale delle Assicurazioni Generali di Mogliano Veneto. Suo anche il design del premio-trofeo IAITA (International Award for Innovative and Technology in Architecture) attribuito ad architetti come Norman Foster e Kenzo Tange. Nel 1995 viene nominato Art Director per il mensile multi-regionale "Nord Est Time" e otto anni più tardi entrerà di fatto nella scena artistica Milanese e conseguentemente in quella di New York lasciandosi alle spalle un lungo percorso di eventi performativi dal carattere decisamente innovativo. Nel 2004 ottiene la quinta posizione internazionale al "Direct Art Award" di New York. Nel 2007 il "Corriere della Sera" lo reputa <capace di trasformare un evento in un "cartepillar mediatico">. Presente anche a due collaterali della "Biennale di Venezia", - nel 2007 al padiglione della Germania e nel 2011 all'ex padiglione del Galles -, conseguentemente gli viene affidata la guida di "Genoma Contemporary", piattaforma Internazionale per la sperimentazione e la promozione delle tecnologie digitali in ambito artistico. In questo contesto Allah Kareem lo definisce un <accattivante e iper-tecnologico interprete di un nuovo classicismo>. Nel 2019 un suo reportage fotografico viene premiato da Oliviero Toscani, Settimio Benedusi e Marco Rubiola all'interno della "36 ore" del "Fabrica Research Centre" di Benetton. Oggi Stefano Mitrione è un sofisticato Fashion Editor, Fotoreporter, e apprezzato New Media Artist annoverato come unica presenza nazionale tra gli artisti della Newyorchese "Limner Gallery".
Nel 2007 il "Corriere della Sera" lo descrive <capace di trasformare un evento in un "catepillar mediatico">. Presente anche a due collaterali della "Biennale di Venezia", - nel 2007 al padiglione della Germania e nel 2011 all'ex padiglione del Galles -, conseguentemente gli viene affidata la guida di "Genoma Contemporary", piattaforma Internazionale per la sperimentazione e la promozione delle tecnologie digitali in ambito artistico. In questo contesto Allah Kareem lo definisce un <accattivante e iper-tecnologico interprete di un nuovo classicismo>. Oggi Stefano Mitrione è un sofisticato New Media expert ed apprezzato Fashion editor annoverato come unica presenza nazionale nella ristretta lista della Newyorchese "Limner Gallery".

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Interviste
Antennacinema
Festival della TV e del Cinema
2001
Festival della TV e del Cinema
2001
Ospite della trasmissione per discutere di Diritto d'Autore, fiction televisiva e il caso di file sharing Napster.
Maria Rita Parsi
Conferenza con Maria Rita Parsi a Conegliano presso il Teatro Toniolo per parlare di Social Network.
11 Maggio 2013 - Maria Rita Parsi intervista Stefano Mitrione
I Social Network e le relazioni affettive
"Attraverso la comunicazione ognuno di noi costruisce la sua rete di relazioni"
Maria Rita Parsi: Cos'è Internet?
Stefano Mitrione: Internet è la più grande invenzione dopo l'industrializzazione...
Maria Rita Parsi: Intende dopo la scoperta della stampa?
Stefano Mitrione: ... della stampa e dei processi industriali in genere, siamo agli arbori di una nuova generazione.
E' vero, condivido tutti i pericoli che ci sono, e anche il diritto della privacy in quanto il problema non è la diffusione dell'informazione, è come viene diffusa, se a pezzi, o in toto.
Questo è il grande problema; infatti molte informazioni che noi vediamo in Internet sono pezzi sfavorevoli di un'informazione più completa favorevole, oppure, sono pezzi favorevoli di un'informazione più competa sfavorevole, perciò non ne usciamo più.
Andy Warhol negli anni ottanta aveva previsto questo, i famosi quindici minuti di celebrità "tra virgolette"; diceva che in futuro chiunque poteva essere celebre almeno per quindici minuti, era una sua previsione che è stata appunto testata con l'avvento di Internet. Celebrità o contro-celebrità naturalmente, questo è successo, che gli artisti hanno ancora una volta anticipato.
Maria Rita Parsi: Cos'è il Cyberbullismo?
Stefano Mitrione: Sono quei pericoli che esistono nella realtà, ma esistono anche nella rete. Nella rete possono essere circoscritti, sono visibili, sono tracciabili. Nella rete no, nella rete non ci sono confini.
© Stefano Mitrione
Maria Rita Parsi: Membro del Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, Membro del "Comitato di applicazione del Codice di Autoregolamentazione TV e minori" del Ministero delle Comunicazioni, dal 2003 al 2006 Commissario della "sezione OLAF" della SIAE dal 1997 al 2001 Consulente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia dal 2002 a oggi.
11 Maggio 2013 - Maria Rita Parsi intervista Stefano Mitrione
I Social Network e le relazioni affettive
"Attraverso la comunicazione ognuno di noi costruisce la sua rete di relazioni"
Maria Rita Parsi: Cos'è Internet?
Stefano Mitrione: Internet è la più grande invenzione dopo l'industrializzazione...
Maria Rita Parsi: Intende dopo la scoperta della stampa?
Stefano Mitrione: ... della stampa e dei processi industriali in genere, siamo agli arbori di una nuova generazione.
E' vero, condivido tutti i pericoli che ci sono, e anche il diritto della privacy in quanto il problema non è la diffusione dell'informazione, è come viene diffusa, se a pezzi, o in toto.
Questo è il grande problema; infatti molte informazioni che noi vediamo in Internet sono pezzi sfavorevoli di un'informazione più completa favorevole, oppure, sono pezzi favorevoli di un'informazione più competa sfavorevole, perciò non ne usciamo più.
Andy Warhol negli anni ottanta aveva previsto questo, i famosi quindici minuti di celebrità "tra virgolette"; diceva che in futuro chiunque poteva essere celebre almeno per quindici minuti, era una sua previsione che è stata appunto testata con l'avvento di Internet. Celebrità o contro-celebrità naturalmente, questo è successo, che gli artisti hanno ancora una volta anticipato.
Maria Rita Parsi: Cos'è il Cyberbullismo?
Stefano Mitrione: Sono quei pericoli che esistono nella realtà, ma esistono anche nella rete. Nella rete possono essere circoscritti, sono visibili, sono tracciabili. Nella rete no, nella rete non ci sono confini.
© Stefano Mitrione
Maria Rita Parsi: Membro del Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, Membro del "Comitato di applicazione del Codice di Autoregolamentazione TV e minori" del Ministero delle Comunicazioni, dal 2003 al 2006 Commissario della "sezione OLAF" della SIAE dal 1997 al 2001 Consulente della Commissione Parlamentare per l'Infanzia dal 2002 a oggi.
Il viaggio del messaggio: Dal brief in poi il messaggio vive diversi processi creativi che fanno in modo che una volta arrivato a destinazione, il viaggio non si fermi.
Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare un contenuto di valore che arrivi al destinatario del messaggio e che da lì riparta per prendere nuova vita?
Secondo la mia esperienza di Media Strategist e Ceo all’interno di "Base.exib Design Tm" e di Caporedattore del nostro Magazine istituzionale "E Trends Magazine", penso che ci stiamo dirigendo verso una quasi totale “dittatura dell’utente e del consumatore” il quale arriverà presto ad ottenere la coscienza e la complicità necessaria per “fabbricare” non solo un informazione per così dire “prét à porter”, ma addirittura un vero e proprio prodotto o servizio cucito espressamente sulle sue reali esigenze. Penso ad un prossimo Web 3.0 o a una ancor più travolgente Fabbrica 4.0, odierni concetti ma sicuramente future realtà che vedranno non solo un’ulteriore evoluzione del contemporaneo Content Management, - già di per se innovativo solo riferendosi al Web di cinque anni fa -, ma addirittura un cambiamento epocale del “modus operandi industriale" e più genericamente produttivo e artigianale.
Se oggi siamo in grado di generare un’ampia gamma di nuovi contenuti che gravitano quotidianamente attorno a singoli prodotti, singoli servizi o singole aziende allo scopo di “intrattenere” e di rendere conseguentemente “partecipante” un vasto pubblico di futuri consumatori, - in futuro, ma non tanto in la, saranno proprio questi ultimi ad utilizzare avanzatissime e flessibili tecnologie industriali per la realizzazione di un esercito di “prodotti o servizi al bisogno”; già ormai noti nella formula On-Demand a partire da settori come quello televisivo o della mobilità urbana, per citare alcuni.
Chiari messaggeri di un futuro alle porte con la prepotenza di svuotare interi magazzini di merci e di snellire alla sintesi complessi format industriali.
Ed eccoci ritornati alla domanda iniziale: “Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare contenuti utili al coinvolgimento dell’utente portandolo di conseguenza ad un’azione nei confronti di servizi e prodotti solo apparentemente collaterali al contenuto stesso?”. Rispondo semplicemente che l’utente passivo affamato di informazioni statiche a ceduto ormai da tempo il passo ad un'utente più "intelligente ed espressivo", "attivo ed autorevole", a cui è consentito diventare parte integrante di un processo, sia esso informatico che produttivo. Ma questo risponde anche a un innato bisogno dell'Uomo di partecipare e contribuire al progresso tecnologico e filosofico del suo tempo che spesso però tende a decadere in una sorta di “auto-celebrità tascabile” come risposta ad un sistema sociale sempre più oligarchico e oppressivo.
E’ proprio da questa innata e primitiva esigenza dell‘essere Umano che il semplice contenuto di base può diventare all’improvviso una magica occasione (esentasse) di sentirsi "ulteriormente vitali” all‘interno di processi fino a qualche tempo fa inviolabili o perlomeno riservati a pochi privilegiati.
La mia idea non può che essere di conseguenza per un “contenuto embrionale ma con forti caratteristiche di crescita e viralità” che lasci ampio spazio a nuove interpretazioni da parte dell’utente, coinvolgendolo a diventare "soggetto attivo del suo tempo" più che a un semplice osservatore.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Se è ormai di dominio pubblico, almeno nella nuova generazione di Imprenditori e Professionisti, l’importanza di comprendere questa nuova strategia di Marketing all’interno del piano organizzativo aziendale è ormai consolidata, ma è anche vero che l’effettiva misura dell’investimento da dedicare dipende ancora dalla percezione dello scarso valore professionale che questi strumenti sembrano offrire dal punto di vista imprenditoriale.
L’idea di una semplice “F blu” o di un “Uccellino celeste” che si mettano al tuo posto a parlare della tua Azienda sembra ancora vista con un certo sospetto soprattutto nelle PMI e in specifici territori ancora legati, per conformazione geografica e culturale, a canali di comunicazione più tradizionali ma soprattutto più facilmente controllabili.
Quindi la mia impressione è che solo le Aziende di una certa dimensione o comunque Aziende nate di recente utilizzino queste opportunità di comunicazione per quello che valgono realmente, e non solo come mero fenomeno di modernità da pavoneggiare verso l’esterno. Inoltre che le attività di Social Networking, - favorendo la condivisione -, siano poi da considerare a priori lo strumento ideale per ingaggiare l’utente, è tutto da verificare e valutare attentamente ad ogni specifico caso. Dipende dalla tipologia di servizio o di prodotto e dal campo d’azione, un’ottimale investimento orientato a questo metodo di comunicare dev'essere obbligatoriamente proporzionale all'entità di massa che vogliamo influenzare. Più è importante questo ultimo fattore di riferimento, più il Canale Sociale riesce ad esprimersi al meglio in quanto dispone di un alto livello di interazione.
Concludo nell’affermare con certezza che in questa "nuova" area della comunicazione non si parte se sprovvisti di un adeguato Budget di riferimento, inteso in alternativa anche come il proprio investimento di tempo e di molta pazienza. Resta comunque un fatto che i Social Media, a livello di efficienza nella condivisione e diffusione dell’informazione, restano a oggi lo strumento più performante e dinamico, in fatto di ROI, nell’influenzare ampi gruppi sociali.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Il principale errore da non commettere in comunicazione, oltre a quello naturale di dare la precedenza alle emozioni prima ancora della ragione o quello di fare qualsiasi cosa pur di oltrepassarne i confini, è quello di non saper correttamente bilanciare l’investimento alla domanda reale del Mercato di riferimento.
Quindi dalla mia diretta esperienza di Imprenditore di vecchia data, un errore di partenza sarebbe quello di pensare prima alla comunicazione (o peggio ancora al prodotto) che al reale bisogno del mercato (ma che non sembri scontato: di situazioni come queste ne ho viste parecchie), anche se è vero che esistono molteplici casi in cui la pubblicità non vende bisogni ma sogni. Ma poi, se vogliamo, anche questi ultimi rientrano di merito nella sfera industriale dei nostri tempi. Parlare quindi di una realtà consumistica profondamente borderline al limite estremo della bipolarità mi sembra un’affermazione decisamente convincente.
Soprattutto in un Paese come il nostro con uno storico della propria economia particolarmente personale, se non originale, - pensiamo al Boom Economico degli anni ‘60 e del conseguente declino della sua sostenibilità sociale -, è naturale osservarne una correlativa “stanchezza dirigenziale”, ovviamente affaticata da un sovradimensionato e oneroso sistema amministrativo del Paese, ma che a quest'ultimo non è legittimo attribuirne tutte le responsabilità in quanto chi governa nel pubblico ha le stesse caratteristiche socio-evolutive di chi dirige nel privato, quindi stiamo parlando di due Mondi paralleli e non diametralmente opposti come spesso vengono frettolosamente identificati.
Quindi alla domanda di quali possano essere gli errori più frequenti nell’area comunicativa preferisco rimanere ulteriormente bilanciato non stilando una lista di buoni e cattivi. Secondo una mia personale opinione ci si può riferire a due sole entità fondamentali: la prima è quella che pensa che il Boom economico Italiano possa ripetersi in qualunque momento con le stesse modalità con le quali si è formato mezzo secolo prima; la seconda, la più realistica, è quella che ha la capacità, ma soprattutto la volontà, di ascoltare ed influenzare il proprio pubblico di riferimento prima ancora di alzare il sipario alle proprie finalità espressive.
Secondo la mia esperienza di Media Strategist e Ceo all’interno di "Base.exib Design Tm" e di Caporedattore del nostro Magazine istituzionale "E Trends Magazine", penso che ci stiamo dirigendo verso una quasi totale “dittatura dell’utente e del consumatore” il quale arriverà presto ad ottenere la coscienza e la complicità necessaria per “fabbricare” non solo un informazione per così dire “prét à porter”, ma addirittura un vero e proprio prodotto o servizio cucito espressamente sulle sue reali esigenze. Penso ad un prossimo Web 3.0 o a una ancor più travolgente Fabbrica 4.0, odierni concetti ma sicuramente future realtà che vedranno non solo un’ulteriore evoluzione del contemporaneo Content Management, - già di per se innovativo solo riferendosi al Web di cinque anni fa -, ma addirittura un cambiamento epocale del “modus operandi industriale" e più genericamente produttivo e artigianale.
Se oggi siamo in grado di generare un’ampia gamma di nuovi contenuti che gravitano quotidianamente attorno a singoli prodotti, singoli servizi o singole aziende allo scopo di “intrattenere” e di rendere conseguentemente “partecipante” un vasto pubblico di futuri consumatori, - in futuro, ma non tanto in la, saranno proprio questi ultimi ad utilizzare avanzatissime e flessibili tecnologie industriali per la realizzazione di un esercito di “prodotti o servizi al bisogno”; già ormai noti nella formula On-Demand a partire da settori come quello televisivo o della mobilità urbana, per citare alcuni.
Chiari messaggeri di un futuro alle porte con la prepotenza di svuotare interi magazzini di merci e di snellire alla sintesi complessi format industriali.
Ed eccoci ritornati alla domanda iniziale: “Quale metodo deve perseguire il professionista per sviluppare contenuti utili al coinvolgimento dell’utente portandolo di conseguenza ad un’azione nei confronti di servizi e prodotti solo apparentemente collaterali al contenuto stesso?”. Rispondo semplicemente che l’utente passivo affamato di informazioni statiche a ceduto ormai da tempo il passo ad un'utente più "intelligente ed espressivo", "attivo ed autorevole", a cui è consentito diventare parte integrante di un processo, sia esso informatico che produttivo. Ma questo risponde anche a un innato bisogno dell'Uomo di partecipare e contribuire al progresso tecnologico e filosofico del suo tempo che spesso però tende a decadere in una sorta di “auto-celebrità tascabile” come risposta ad un sistema sociale sempre più oligarchico e oppressivo.
E’ proprio da questa innata e primitiva esigenza dell‘essere Umano che il semplice contenuto di base può diventare all’improvviso una magica occasione (esentasse) di sentirsi "ulteriormente vitali” all‘interno di processi fino a qualche tempo fa inviolabili o perlomeno riservati a pochi privilegiati.
La mia idea non può che essere di conseguenza per un “contenuto embrionale ma con forti caratteristiche di crescita e viralità” che lasci ampio spazio a nuove interpretazioni da parte dell’utente, coinvolgendolo a diventare "soggetto attivo del suo tempo" più che a un semplice osservatore.
Oggi in quale misura siamo disposti a seguire il content marketing di marca? I social favorendo la condivisione sono il canale ideale per ingaggiare l’utente?
Se è ormai di dominio pubblico, almeno nella nuova generazione di Imprenditori e Professionisti, l’importanza di comprendere questa nuova strategia di Marketing all’interno del piano organizzativo aziendale è ormai consolidata, ma è anche vero che l’effettiva misura dell’investimento da dedicare dipende ancora dalla percezione dello scarso valore professionale che questi strumenti sembrano offrire dal punto di vista imprenditoriale.
L’idea di una semplice “F blu” o di un “Uccellino celeste” che si mettano al tuo posto a parlare della tua Azienda sembra ancora vista con un certo sospetto soprattutto nelle PMI e in specifici territori ancora legati, per conformazione geografica e culturale, a canali di comunicazione più tradizionali ma soprattutto più facilmente controllabili.
Quindi la mia impressione è che solo le Aziende di una certa dimensione o comunque Aziende nate di recente utilizzino queste opportunità di comunicazione per quello che valgono realmente, e non solo come mero fenomeno di modernità da pavoneggiare verso l’esterno. Inoltre che le attività di Social Networking, - favorendo la condivisione -, siano poi da considerare a priori lo strumento ideale per ingaggiare l’utente, è tutto da verificare e valutare attentamente ad ogni specifico caso. Dipende dalla tipologia di servizio o di prodotto e dal campo d’azione, un’ottimale investimento orientato a questo metodo di comunicare dev'essere obbligatoriamente proporzionale all'entità di massa che vogliamo influenzare. Più è importante questo ultimo fattore di riferimento, più il Canale Sociale riesce ad esprimersi al meglio in quanto dispone di un alto livello di interazione.
Concludo nell’affermare con certezza che in questa "nuova" area della comunicazione non si parte se sprovvisti di un adeguato Budget di riferimento, inteso in alternativa anche come il proprio investimento di tempo e di molta pazienza. Resta comunque un fatto che i Social Media, a livello di efficienza nella condivisione e diffusione dell’informazione, restano a oggi lo strumento più performante e dinamico, in fatto di ROI, nell’influenzare ampi gruppi sociali.
Quali sono gli errori da non commettere in comunicazione?
Il principale errore da non commettere in comunicazione, oltre a quello naturale di dare la precedenza alle emozioni prima ancora della ragione o quello di fare qualsiasi cosa pur di oltrepassarne i confini, è quello di non saper correttamente bilanciare l’investimento alla domanda reale del Mercato di riferimento.
Quindi dalla mia diretta esperienza di Imprenditore di vecchia data, un errore di partenza sarebbe quello di pensare prima alla comunicazione (o peggio ancora al prodotto) che al reale bisogno del mercato (ma che non sembri scontato: di situazioni come queste ne ho viste parecchie), anche se è vero che esistono molteplici casi in cui la pubblicità non vende bisogni ma sogni. Ma poi, se vogliamo, anche questi ultimi rientrano di merito nella sfera industriale dei nostri tempi. Parlare quindi di una realtà consumistica profondamente borderline al limite estremo della bipolarità mi sembra un’affermazione decisamente convincente.
Soprattutto in un Paese come il nostro con uno storico della propria economia particolarmente personale, se non originale, - pensiamo al Boom Economico degli anni ‘60 e del conseguente declino della sua sostenibilità sociale -, è naturale osservarne una correlativa “stanchezza dirigenziale”, ovviamente affaticata da un sovradimensionato e oneroso sistema amministrativo del Paese, ma che a quest'ultimo non è legittimo attribuirne tutte le responsabilità in quanto chi governa nel pubblico ha le stesse caratteristiche socio-evolutive di chi dirige nel privato, quindi stiamo parlando di due Mondi paralleli e non diametralmente opposti come spesso vengono frettolosamente identificati.
Quindi alla domanda di quali possano essere gli errori più frequenti nell’area comunicativa preferisco rimanere ulteriormente bilanciato non stilando una lista di buoni e cattivi. Secondo una mia personale opinione ci si può riferire a due sole entità fondamentali: la prima è quella che pensa che il Boom economico Italiano possa ripetersi in qualunque momento con le stesse modalità con le quali si è formato mezzo secolo prima; la seconda, la più realistica, è quella che ha la capacità, ma soprattutto la volontà, di ascoltare ed influenzare il proprio pubblico di riferimento prima ancora di alzare il sipario alle proprie finalità espressive.
Media Star Editore, Viale Lombardia 21, 20131 Milano, Italia
Cos'è la moda? Esamino gli stili che mi convincono e quelli che invece mi lasciano perplesso per valutarne le potenzialità a prescindere dalla mia personale impressione. Cerco di capire in profondità come le collezioni rispondano alle reali esigenze del mercato, e viceversa, e quale ruolo vuole adottare il consumatore contemporaneo attraverso la complicità della moda stessa. Fascino, seduzione, mistero, autorevolezza, difesa, attacco o potere, sono solo alcuni degli infiniti atteggiamenti di chi sceglie e indossa la moda come vero e proprio strumento strategico. Moda come estensione della propria personalità, come "Spot pubblicitario" del proprio Mondo interiore, sociale e culturale. Cos'è lo stile? E' la pace dei sensi, l'equilibrio perfetto, la quasi trasparenza nell'iper-visibilità del Mondo contemporaneo. Chi non lo possiede è spesso scontroso, s'inciampa e tutti lo vedono, suo malgrado. Ogni cosa che indossi è un chiaro messaggio per chi ancora non ha l'opportunità, o la fortuna, di ascoltare quello che vuoi dire, e spesso il risultato finale è quello di risultare discordanti dall'impatto iniziale. Lo stile è quell'invisibile "accordo" tra il proprio Mondo interiore e quello circostante, quello della percezione pubblica ma soprattutto quello del contesto socio-culturale in cui avviene l'espressione di se. Un viaggio di vibrazioni interiori verso il Mondo esterno che comunque vengono filtrate dalla materia del corpo fisico, quasi fosse un ponte dove tutto questo diventa magicamente visibile nell'invisibilità poetica dell'astrazione, Stile e Moda sono due aspetti estremamente differenti ma possono allearsi per il comune obbiettivo della bellezza assoluta. Cosa sei tu? Ho iniziato a fare moda all'età di dodici anni, probabilmente attratto dal fascino di mia Mamma o da quello del guardaroba esclusivamente rosa di mia Nonna. Oltre che disegnare cucivo i tessuti dei miei anacronistici modelli con il Bostik per poi quasi obbligare mia sorella a indossare quello che ne veniva fuori per esibirlo tra i banchi scolastici al fine di misurarne l'effetto e l'eventuale indice di gradimento. Dopo innumerevoli scollature (non sto parlando dei dècollète) e dei relativi reclami, passai progressivamente a un più affidabile "punto sorfilo" utilizzando fili di lana colorata intrecciata. Ma nonostante l'apporto di innovazione la fantomatica Maison familiare ebbe il suo tempo fino a portare la mia embrionale fantasia sartoriale al buio totale. Solo un quarto di secolo più tardi il caso fu clemente nel presentarmi la mia attuale compagna di vita che pure lei, guarda il caso, era ben più fresca di un esperienza al "Pitti Immagine" e a varie collaborazioni con l'industria della Moda che conta. E il buio primordiale divenne nuovamente luce, ancora punto sorfilo con lana intrecciata per una nuova collezione di borse e abiti performativi etticchettati con il nuovo Brand "SMHighLine" inaugurato in un temporary shop con gli arredi tutti di vetro e complementi di "Gaetano Pesce". Pubblicato varie immagini dell'evento nel mio Sito Internet venni poi contattato da "Hogan" ma al contatto fisico in azienda non fui altrettanto convincente perdendo di fatto l'opportunità della posizione in gara, quella dell'Art Director. Oggi ci riprovo con "Etro" dopo che anche qui ho la possibilità, grazie alla preziosa pre-selezione di un'Agenzia di Marketing Milanese (della quale non posso svelare l'identità per motivi di accordi contrattuali), di accedere al ruolo di responsabile del canali sociali dello storico Brand. Qualche mese fa ho compiuto cinquanta anni, egregiamente portati, ma come si sa il giro di boa porta ad avere sempre meno tempo per le divagazioni. Quello che oggi gestisco sono le innumerevoli interazioni professionali con Designer, Stilisti, Fotografi, Artisti, Galleristi e Organizzazioni da ogni parte del Pianeta tra cui la Label Newyorchese "Obi Cymatica", con la cui collaborazione, iniziata quasi cinque anni fa, è nato proprio questo Magazine. Ma dopo tutto ciò, cosa sono Io alla fine? E non è una domanda stupida. (E Trends Magazine Italia)
Altre interviste
Intervista a cura di Francesca Firmani del 03/09/2011 all'Hilton Molino Stucky di Venezia
Intervista a Raffaele Rizzardi del 07/12/2011 all'ex padiglione del Galles nel contesto della 59esima Biennale di Venezia
Intervista a Raffaele Rizzardi del 07/12/2011 all'ex padiglione del Galles nel contesto della 59esima Biennale di Venezia
La Geomatic Art: un Sito Internet alla Biennale
Nel 2011 Stefano Mitrione in collaborazione di Virtualgeo realizza un progetto di Internet Art all'ex padiglione del Galles nel contesto della 59esima Biennale di Venezia.
Stefano Mitrione, Francesca Firmani, Federico Maria Russotti, Juan Saravi Platero, Maryanne Pollock, Oriana Carrer, Erminio Paolo Canevese
Tra gli Eventi collaterali della Biennale di Venezia la mostra Genoma Contemporary, curata da Oriana Carrer, si presenta come un organismo metamorfico, che supera i confini geografici delle diverse proposte artistiche; mettendo inoltre in gioco una stretta relazione tra il livello di realtà materiale dell’opera d’arte e quello della sua immaterialità ideale, che il pubblico è chiamato ad esperire.Nella suggestiva cornice post-industriale del ex complesso Dreher trova provvisoria e condivisa dimora un ristretto gruppo di artisti contemporanei, che lavorano in maniera molto diversa fra loro: l’unico elemento che li accomuna sembra essere proprio tale principio di differenziazione. Da qui la definizione di Genoma Contemporary, dall’idea che nel patrimonio genetico singolare di ogni essere umano si rispecchi la molteplicità irriducibile del mondo: una sorta di complessa struttura molecolare che l’arte contemporanea, nella sua totale libertà d’espressione, rappresenta. Il Genoma è il corredo cromosomico contenuto in ogni singola cellula: l’esposizione di questo gruppo di artisti nell’ex padiglione del Galles è quindi metaforicamente una cellula dell’arte contemporanea che contiene i geni diversi che la compongono. L’idea è quindi quella di presentare un genoma contemporaneo in divenire: non c’è un principio formale che sovrintende il tutto dall’esterno, così il fumettismo ingigantito da street artist di Arkiv Vilmansa convive con la figurazione radicale, satirica e dettagliata della decadente società americana nelle grandi tele di Tim Slowinski; la superficie tattile dell’architetto argentino Jacques Bedel con la gestualità di Marianne Pollock; le sculture stratificate nei fogli di cartone di Juergen Stolte con l’aereo candore della Nike in volo di Makoto Kobayashi, per citare solo alcuni dei forti contrasti di linguaggio ed espressione che si trovano in mostra. Il principio stesso con cui sono stati selezionati gli artisti si potrebbe definire ‘genomatico’, per coniare una definizione metodologica a partire dalla mostra stessa, poiché l’evento vuole essenzialmente essere questo: l’affermazione di un nuovo metodo di ricerca e interazione, per trovare delle coordinate e muoversi all’interno del mondo dell’arte contemporanea. Gli artisti, infatti, sono stati scelti attraverso facebook, per tale ragione la mostra viene definita come un processo “virtuale reale geolocalizzato”, in cui la localizzazione geografica corrisponde inevitabilmente a quella virtuale. La virtualità diventa il principio attivo della Geomatic Art, sintesi di Geografia-Informatica-Arte, un ulteriore processo creativo che si sviluppa all’interno del Genoma contemporaneo e di cui è protagonista Stefano Mitrione. Lo statuto della Geomatic Art, nata a Venezia il 3 settembre 2011, su ideazione di Emilio Paolo Canavese, presidente della Virtual Geo Srl, che si occupa dell’applicazione di tecnologie avanzate al servizio dei beni culturali e ambientali, e dell’artista Stefano Mitrione, testimoniata dagli artisti presenti in mostra, ha come suo fine la promozione e la valorizzazione dell’arte del passato nel cuore del presente e in rapporto all’ambiente: il mezzo per raggiungerlo è quello dell’utilizzo di tecnologie digitali. Si legge nel Paragrafo 6 dello Statuto che: “Geomatic Art fonda le sue origini e la sua esclusività ideativa nella volontà di perpetuare nel tempo un collegamento storico-ideativo tra epoche distanti tra loro, e tra Artisti di diversa estrazione socio-culturale. Inoltre Geomatic Art non limita le potenzialità espressive in una conclusione temporale dell’opera stessa, la quale si presuppone mai terminata affinché ulteriori elaborazioni artistiche vengano applicate alla medesima sia in epoche diverse, e sia da Artisti di diversa estrazione socio-culturale”. L’opera di Stefano Mitrione Virtualgeo: op029sm11 è realizzata seguendo i principi della Geomatic Art, ‘opera-manifesto’ la si potrebbe definire. Il primo momento è quello del recupero, e la relazione col passato passa immediatamente il testimone ai mezzi del presente: attraverso uno scanner 3d viene completamente mappata e virtualmente riprodotta una scultura ottocentesca. Un’opera romantica, due figure classiche, scolpite in stile canoviano, avvolte in un mitico abbraccio. Il momento seguente è quello dell’ambientazione: i due si muovo su un’altalena nel vuoto del cielo, sullo fondo di un paesaggio e con il supporto di occhiali 3D li vediamo sporgere dal video e venire verso di noi. L’autore racconta di come quest’immagine sia per lui una riflessione sui temi che da sempre sono quelli indagati dalla ricerca artistica: l’amore, la morte e il tempo, essi sono il suo patrimonio genetico universale, che rimane sempre lo stesso, pure nelle diverse combinazioni cromosomiche che la storia dell’arte e della cultura ha generato, e continua ad offrirci. Il digitale è un arricchimento di mezzi espressivi: da un lato l’autore gioca sugli opposti effetti di rallentamento delle figure in primo piano (il passato congelato) e di velocizzazione dell’immagine sullo sfondo, in particolare negli effetti del cielo, delle nubi di passaggio e delle figurine nel parco (il presente in perpetua trasformazione); dall’altro cerca delle contaminazioni che il video rende possibili: tra l’immagine creata dall’artista e i commenti del pubblico che si sentono in sottofondo. Il processo d’interazione che si pone come scopo ultimo della Genomatic Art è, infine, reso possibile dall’uso di un ulteriore passaggio tecnologico: con il programma easy cube lo spettatore è chiamato a rielaborare la statua virtualmente riprodotta, ruotarla, entrare nel reticolo della mappatura tridimensionale riprodotta dallo scanner, modificarne punto di vista e colore, spedirla infine al proprio indirizzo virtuale di posta elettronica.Il processo ‘genomatico’ si compie e chi arriva soltanto per osservare diventa virtualmente uno fra gli infiniti cromosomi che compongono il sistema dell’arte contemporanea.
Milena Cordioli, ArtKernel Magazine
Milena Cordioli, ArtKernel Magazine
La tecnologia e i media digitali sono la rete che pervade tutta l’esistenza dell’uomo di oggi e non a caso anche la creazione del gruppo di artisti espositori, Jacques bedel, Makoto Mixed Media, Stefano Mitrione, Maryanne Pollock, Cristina Portocarrero, Andrzej Rafalowicz, Tim Slowinski, Juergen Stolte, Arkiv Vilmansa, Alkistis Wechsler è stata fatta proprio attraverso le tecnologie dell’informazione e comunicazione con una selezione tramite i contatti di Facebook. Ciascun artista presenta la propria opera con grande varietà di materiali, mezzi e tecniche espressive che forniscono un panorama dell’arte contemporanea mondiale in uno spazio espositivo suggestivo quale quello dell’ex padiglione del Galles alla Giudecca, a pochi passi dall’Hilton molino Stucky. Questa mostra testimonia l’atto di nascita della nuova corrente della Geomatic Art, una nuova corrente dove la disciplina della Geomatica (geografia & informatica) si mette a disposizione dell’arte passata per reinterpretare le opere di un tempo con la creatività degli artisti del presente.L’opera così prende vita e viene incontro allo spettatore e ottiene un passaporto verso il futuro. In questo senso l’opera di Stefano Mitrione è una installazione multimediale che grazie alla plasticità della proiezione tridimensionale, fruibile con gli appositi occhiali, immerge il visitatore in un ambiente immateriale stratificato dove il modello digitale dell’opera di Giusti ‘”Amplexus in aere ” ritrova vita e relazione. Possiamo così interagire con un opera del passato in forma nuova, otteniamo una arte che è per tutti e accetta il contributo di tutti. Accanto all’installazione è infatti presente un computer che grazie al software Easycube sviluppato da Virtualgeo consente al visitatore di esplorare il modello tridimensionale presente nell’opera di Mitrione e creare nuove prospettive e infinite sensazioni, da inviare con un click a sé e ai propri amici tramite la posta elettronica. Questo qui sopra è il risultato della mia interazione con l’opera, invito tutti a fare altrettanto e mettersi in gioco.Il manifesto della Geomatic Art rifiuta il concetto di “virtuale” perché riconosce l’esistenza e la pregnanza di queste opere immateriali che trascendono la dimensione temporale e rielaborano l’arte e l’architettura del passato. Dal momento che nella Geomatic Art si espande la dimensione temporale dell’opera a vantaggio della sua friubilità e condivisione, ho chiesto a Stefano Mitrione se fosse in gioco anche la dimensione spaziale dell’Arte: si va verso un’arte a-spaziale o multispaziale (ubiqua)? La risposta è stata chiara e al di là di ogni dubbio: ” Se per l’aspetto temporale cerchiamo di collegare il passato con il futuro, per l’aspetto spaziale… non esiste… perché viviamo in un epoca dove non c’è più lo spazio, ma è stato sostituito da un ambiente informatico, perciò lo spazio purtroppo è a rischio, lo spazio espositivo, lo spazio creativo, lo spazio della performance sono a rischio. La società ci ha portato in questa direzione e l’arte ha sempre fatto da specchio della realtà”.L’artista prosegue dicendo che l’arte è l’unico media che dice la verità senza nasconderne i difetti, ma anticipando le tendenze. L’arte è cambiata in fretta in questi anni grazie all’espolosione dei social network, nuovo spazio di relazione. Se l’arte resta legata solo allo spazio espositivo diventa museo, perderebbe la relazione con le persone, che si sono spostate sull’ambiente mediatico e rinuncerebbe a questa perpetuabilità che deriva dall’utilizzo della tecnologia.
Amedeo Fadini, Protezione 50+
Amedeo Fadini, Protezione 50+
Fashion blogging
Nel 2013 Stefano Mitrione e il Fashion Designer Obi Cymatica (ex Jimmy Choo) fondano a New York la rivista digitale E Trfends Magazine. Si tratta di una piattaforma per l'individuazione delle tendenze globali nella moda e nel design. Nel 2014 Vogue Italia ne intercetta un redazionale da cui ne prende ispirazione per la stagione Primavera/Estate emergenti.
Citato in un romanzo di "Kasia Pisarska", scrittice e conduttrice televisiva Polacca che descrive ironicamente la moda come un cappellino a forma di nido di quaglia con tanto di uova rotte nel mezzo, Stefano Mitrione ha portato indisturbato il suo fare moda già agli inizi degli anni duemila all'interno del contesto più che anacronistico di una delle più anticostituzionali Gallerie d'Arte Newyorchesi. Un'intero archivio di diapositive da lui scattate nell'ambito di sfilate, backstage e quant'altro la moda comprenda, opportunamente rielaborate attraverso processi chimici e biologici per un'entusiasmante effetto di luci e contrasti dalla dominante blu. Non da meno i suoi oltre cento ritratti al femminile della serie "Greyland", grandi tele dalle pennellate voraci ispirate alle eroine di Vogue, spogliate dalla loro iconicità estetica e restituite al Mondo "reale" in tutta la loro più profonda e contemporanea angoscia esistenziale. L'idea nacque per caso, calpestando uno speciale di "Vogue Paris" annegato in una pozzanghera di una fashion-street Milanese. (Redazione E Trends Magazine Italia)
Caso Emotionboys
Nel 2009 Maria Luisa Brumana di Bergamo inserisce il progetto Emotionboys nella sua tesi di laurea "La perdita del pudore nell'Arte contemporanea" (cfr. La Body Art). Questo progetto di arte contemporanea nasce nel 2007 in collaborazione con gli studenti di tre istituti scolastici veneti per denunciare il crescente disagio psicologico giovanile. Le immagini che ne conseguono non lasciano indifferente l'opinione pubblica a partire dagli stessi organi di stampa che ne fanno un caso di discussione mediatica.
Caso The Offense
Nel 2019 il reportage fotografico "The Offense" viene premiato da Oliviero Toscani, Settimio Benedusi e Marco Rubiola alla "36 ore" del "Fabrica Research Centre" di Benetton.
Curiosità
Stefano Mitrione appare nella narrazione di un romanzo rosa della scrittrice polacca Kasia Pisarska.
Pubblicazioni
2019-Fabrica Research Centre, Instagram
2019-United Colors of Benetton, Instagram
2019-TrackingPlanet.net
2018-E Trends Magazine, Milano
2018-E Trends Magazine, Worldwide
2012-Direct Art n°19 Fall/Winter 2012, Slow Art Productions, New York
2011-ArtKernel Magazine 2011, Artkernel Italy
2011-Direct Art n°18, Fall/Winter 2011, Slow Art productions, New York
2008-Direct Art n°15, Fall/Winter 2008, Slow Art productions, New York
2007-Direct Art n°14, Fall/Winter 2007, Slow Art productions, New York
2006-Direct Art n°13, Fall/Winter 2006, Slow Art productions, New York
2005-Direct Art n°11, Spring/Summer 2005, Slow Art productions, New York
2005-The Mitrione, Name in History, Ancestry Inc., Amazon, USA
2005-Art Guide Book, Contemporary International Art, Edizioni Virgilio
2005-Blow Up, Rock e Altre Comunicazioni, Tuttle Edizioni, Arezzo
2005-Rockerilla, Edizioni Rockerilla, Cairo Montenotte
2005-Art and Design Manual, Base.exib USA, New York
2004-Contemporary Italian Art, Edizioni Virgilio
2004-Artisti contemporanei, A.C.C.A. Edizioni, Roma
2003-Arte Mondadori n° 356, Arte&Mercato review, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano
2003-Flash Art n°240, Editoriale Giancarlo Politi, Milano
2003-Flash Art n°239, Editoriale Giancarlo Politi, Milano
2003-Artshow.it,Guida a mostre e musei, Milano
2002-Contemporanea, Coinè Edizioni
2019-United Colors of Benetton, Instagram
2019-TrackingPlanet.net
2018-E Trends Magazine, Milano
2018-E Trends Magazine, Worldwide
2012-Direct Art n°19 Fall/Winter 2012, Slow Art Productions, New York
2011-ArtKernel Magazine 2011, Artkernel Italy
2011-Direct Art n°18, Fall/Winter 2011, Slow Art productions, New York
2008-Direct Art n°15, Fall/Winter 2008, Slow Art productions, New York
2007-Direct Art n°14, Fall/Winter 2007, Slow Art productions, New York
2006-Direct Art n°13, Fall/Winter 2006, Slow Art productions, New York
2005-Direct Art n°11, Spring/Summer 2005, Slow Art productions, New York
2005-The Mitrione, Name in History, Ancestry Inc., Amazon, USA
2005-Art Guide Book, Contemporary International Art, Edizioni Virgilio
2005-Blow Up, Rock e Altre Comunicazioni, Tuttle Edizioni, Arezzo
2005-Rockerilla, Edizioni Rockerilla, Cairo Montenotte
2005-Art and Design Manual, Base.exib USA, New York
2004-Contemporary Italian Art, Edizioni Virgilio
2004-Artisti contemporanei, A.C.C.A. Edizioni, Roma
2003-Arte Mondadori n° 356, Arte&Mercato review, Editoriale Giorgio Mondadori, Milano
2003-Flash Art n°240, Editoriale Giancarlo Politi, Milano
2003-Flash Art n°239, Editoriale Giancarlo Politi, Milano
2003-Artshow.it,Guida a mostre e musei, Milano
2002-Contemporanea, Coinè Edizioni
Premiazioni
2019-36 ore, Fabrica - Benetton
2008-Direct Art magazine award #08, NY, USA
2005-International Award "Arte sui ponteggi di Palazzo Loggia", Brescia, IT
2004-Direct Art magazine award #04, NY, USA
2008-Direct Art magazine award #08, NY, USA
2005-International Award "Arte sui ponteggi di Palazzo Loggia", Brescia, IT
2004-Direct Art magazine award #04, NY, USA
Feedback
Veramente un ottimo progetto. Le mie congratulazioni.
"AMY WILSON su E Trends Magazine - Director of E-BRAND CREA, AVALON CALIFORNIA"
Accattivante e iper-tecnologico interprete di un nuovo classicismo.
"ALLAH KAREEM"
I love it... i suoi progetti sono semplicemente fantastici.
"ANDREW BASILE NEW YORK"
Questo è come gli Artisti contemporanei esprimono la parte più responsabile e convincente della nostra cultura.
"DIRECT ART MAGAZINE USA"
I suoi lavori sono veramente fantastici.
"LIMNER GALLERY NEW YORK"
Un nuovo approccio alla moda e alla tecnologia , con una sensazione di intimità.
"MARYANNE POLLOCK WASHINGTON"
I love it !
"OBI CYMATICA NEW YORK"
Creatività e stile contemporaneo sono la magia che trasmette l'artista visionario Stefano Mitrione.
"JETON KRASNIQI, ITALKOS INVESTMENT GROUP"
Sono bastati questi ingredienti, dosati dalla sensibilità di un Artista New Media del calibro di Stefano Mitrione,
per fare di un evento didattico un "caterpillar mediatico".
"CORRIERE DELLA SERA"
La volontà di comunicare, in modo innovativo e provocatorio, l'opposizione a una società per cui conta l'apparenza delle cose e non la sostanza.
"MONDADORI"
Il digitale come arricchimento di mezzi espressivi.
"ARTKENEL MAGAZINE"
...Indagatore in quelle aree inesplorate della mente. Dissacrante e nel contempo avvolgente. Riflessivo e che spinge a riflettere sulla vita e sulle esigenze odierne.
Non lascia indifferenti.
"ROBERTO DOMINI"
Stefano Mitrione è la persona più creativa e con un senso dell'arte applicata al WEB che io abbia mai conosciuto!. E' in grado di trasformare tutto ciò che è prettamente tecnico e specialistico in vere e proprie 'opere d'arte': ne è un esempio la Web Agency Dinamica all'interno della quale ha creato una piattaforma che rivoluziona il mondo del Web con tanta semplicità ed intuizione, guidando l'utente in modo significativo ed intelligente. Un ringraziamento a Stefano per la capacità di fare squadra e di trasmettere concetti molto tecnici nel modo più fluido e semplice che io possa conoscere.
"CRISTINA OLIVA, K-LASER - ELTECH" (Segnalazione LinkedIn)
Sono convinto che sia sufficiente osservare le sue realizzazioni per capire il calibro di questo eclettico professionista.
"GINO MENEGAZZO, MODULNOVA MILANO"
"AMY WILSON su E Trends Magazine - Director of E-BRAND CREA, AVALON CALIFORNIA"
Accattivante e iper-tecnologico interprete di un nuovo classicismo.
"ALLAH KAREEM"
I love it... i suoi progetti sono semplicemente fantastici.
"ANDREW BASILE NEW YORK"
Questo è come gli Artisti contemporanei esprimono la parte più responsabile e convincente della nostra cultura.
"DIRECT ART MAGAZINE USA"
I suoi lavori sono veramente fantastici.
"LIMNER GALLERY NEW YORK"
Un nuovo approccio alla moda e alla tecnologia , con una sensazione di intimità.
"MARYANNE POLLOCK WASHINGTON"
I love it !
"OBI CYMATICA NEW YORK"
Creatività e stile contemporaneo sono la magia che trasmette l'artista visionario Stefano Mitrione.
"JETON KRASNIQI, ITALKOS INVESTMENT GROUP"
Sono bastati questi ingredienti, dosati dalla sensibilità di un Artista New Media del calibro di Stefano Mitrione,
per fare di un evento didattico un "caterpillar mediatico".
"CORRIERE DELLA SERA"
La volontà di comunicare, in modo innovativo e provocatorio, l'opposizione a una società per cui conta l'apparenza delle cose e non la sostanza.
"MONDADORI"
Il digitale come arricchimento di mezzi espressivi.
"ARTKENEL MAGAZINE"
...Indagatore in quelle aree inesplorate della mente. Dissacrante e nel contempo avvolgente. Riflessivo e che spinge a riflettere sulla vita e sulle esigenze odierne.
Non lascia indifferenti.
"ROBERTO DOMINI"
Stefano Mitrione è la persona più creativa e con un senso dell'arte applicata al WEB che io abbia mai conosciuto!. E' in grado di trasformare tutto ciò che è prettamente tecnico e specialistico in vere e proprie 'opere d'arte': ne è un esempio la Web Agency Dinamica all'interno della quale ha creato una piattaforma che rivoluziona il mondo del Web con tanta semplicità ed intuizione, guidando l'utente in modo significativo ed intelligente. Un ringraziamento a Stefano per la capacità di fare squadra e di trasmettere concetti molto tecnici nel modo più fluido e semplice che io possa conoscere.
"CRISTINA OLIVA, K-LASER - ELTECH" (Segnalazione LinkedIn)
Sono convinto che sia sufficiente osservare le sue realizzazioni per capire il calibro di questo eclettico professionista.
"GINO MENEGAZZO, MODULNOVA MILANO"
Fonti
Sintesi
Stefano Mitrione, creativo poliedrico e anticonformista, attento allo stile perché "nulla è più superabile del bello", e che "lo stile non nasce dal lusso ma dalle periferie", si esprime a livello Internazionale e multi-mediatico. Stabilisce le sue basi intellettuali e geografiche a New York e Varsavia, nella prima perché di fatto è un amato e raffinato New Media Artist presso la Limner Gallery, nella seconda perché, - come da sua definizione -, "non c'è niente di più interessante che vivere un epoca due volte", un nuovo rinascimento che emerge da secoli di polverose sedimentazioni culturali. Ormai tutto è stato fatto, Designer, Artista, Fotografo, Stilista, Ricercatore di tendenze, Editore, Web Designer, Art Director, Scrittore, Docente e quant'altro in questo ritratto biografico non ci stia, ma lui è ben schivo ad auto-confermarsi a ciascuna di queste definizioni perché tutto nasce da un'unica scintilla e non può essere assolutamente categorizzato.
Collaboratori: (A-Z) Roberto Casetta, Oriana Carrer, Obi Cymatica, Fabio Granello, Leonardo Kucharski
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Ai Mitrione l'America affascina eccome. Avvocati a New York, campioni nel Minnesota, agenti federali a Washington da quasi un secolo...